La sindemia sta squaderando il mondo, in un combinato disposto e distruttivo tra una pandemia che ha disvelato il mondo come più che mai iniquo e vulnerabile, e una guerra che ha ribadito l’illusorietà, nell’interdipendenza del mondo multipolare, del non venire impattati da conflitti non più solo locali.
Sta dando corpo e coscienza all’antico ammonimento di Robert Frost, per il quale «la migliore via d’uscita è sempre attraverso», proiezione che diviene sempre più ineludibile, ineluttabile in un mondo tanto rimpicciolito e infragilito, popolato da sempre più fragili in numero sempre crescente. Impensabile non intrecciare il pensiero del poeta di San Francisco quello del politico di Sassari per il quale «Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno», precetto questo di Berlinguer ripreso di recente da Francesco e da Mattarella.
Nella Costituzione, forse non panacea di tutti i mali ma ricetta per molti, inestimabili beni, all’articolo 49 è riportata una mappa paradigmatica del come andare dove dobbiamo andare, ed è in quello spirito che oggi con tante e tanti donne e uomini di sinistra che con il congresso in cui ho presentato senza successo da candidato Segretario nazionale una mozione radicale hanno concluso un’esperienza, quella di un Articolo Uno legittimamente destinato a “tornare alla casa del padre” del Partito Democratico, oggi rappresentandone l’”ala sinistra” aderiamo a Sinistra Italiana.
Le ragioni sono diverse, e ci paiono tutte davvero ragionevoli.
Partono con l’insediamento del Governo Draghi, governo di tutti e il contrario di tutto il cui immobilismo vogliamo fermare, le cui politiche di indulgenza della disuguaglianza intendiamo disarmare: a quel Governo, Sinistra Italiana ha da subito, e in pressoché assoluta solitudine, detto no. Quel no, tanto coraggioso e qualificante allora, tanto più appare lungimirante oggi, quando pure dell’eterna emergenza, stortura strutturale del sistema (non solo politico) italiano non si vede la fine, e anzi si lavora proattivamente per prorogare ad libitum, vedi da ultime delle dichiarazioni élitario-moderate tanto sfacciate quanto scellerate.
Finiscono, le tante buone ragioni, con la presa di posizione comunque la si pensi cristallina, inequivoca, puramente pacifista e di alcuna ambiguità su armamenti e azioni di guerra.
In mezzo, un anno devastante, e innanzi, uno durissimo dove animare le politiche egualitarie che questo governo non può proprio accordarsi per fare, eppure che il Paese non può non vedere attuare per non morire di emergenza e consunzione e di governo dei migliori che rischiano di assomigliare al peggio possibile, in una tecnotempesta perfetta per affondare definitivamente il Paese, parafrasando Padmé Amidala, tra gli scroscianti applausi del Parlamento quasi intero, per fortuna quasi finito.
Ed è in due maniere, anch’esse intessute e interfacciate, in due questioni che si declina il disarmo delle diseguaglianze: la questione ambientale e la questione sociale.
In tale duplice, salvifico solco – del mondo e del coabitarlo – pare prezioso, oltreché opportuno, il patto e percorso ben avviato da Sinistra Italiana con i Verdi, perché se oggi più che mai prima non c’è ragione residua perchè politiche popolari di sinistra smettano di essere residuali, parallelamente non c’è motivo per cui una proposta ecologista, e quindi assieme eco-socialista, non si riveli non soltanto vincente, ma vitale per il futuro prossimo, davvero non più differibile, del nostro Paese per il prossimo lustro e le prossime generazioni.
Non sfugge che ciò non possa venir sacrificato sull’altare di un purismo minoritario che sfugga a conflitto e confronto, e allora è quasi naturale che per perseguire il primo bisognerà produrre il secondo con chi c’è nel campo dei progressisti, e dunque MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico, da sfidare però a viso aperto a da sinistra, da fuori dai giochi attuali di palazzo, di governo, fin troppo affollato e che bisognerebbe affrettarsi, sia letto con rispetto, a lasciare per costruire strada nuova e percorrerla assieme. Noi intanto come Sinistra Italiana cominceremo, anzi continueremo a fare il nostro, da una posizione più radicale e meno agevole, d’altra parte come scriveva sempre Frost: «due strade divergevano in un bosco ed io – io presi la meno battuta, e questo ha fatto tutta la differenza». Ecco, noi proveremo a fare tutta la differenza, non solo per noi, non solo per una lista rossoverde, non solo per una coalizione progressista, ma per tutte e per tutti, per l’Italia.
[ versione integrale del mio pezzo uscito sul Domani: https://www.editorialedomani.it/idee/voci/art.1-sinistra-italiana-dissenso-contro-draghi-njuu4vie ]